giovedì 30 novembre 2006

GAME OVER: i "PAPPAGALLI VERDI", armi di mutilazione di massa

Oggi, alle ore 14, alla Camera dei Deputati, si è tenuta una conferenza stampa per la presentazione del disegno di legge per la modifica della legge 374/97 (messa al bando delle mine antipersona) al fine di estenderne la rilevanza anche alle cluster bombs, le bombe a grappolo. La proposta di legge, promossa dalla Campagna Italiana contro le Mine, ha raccolto le firme di deputati e senatori di maggiornaza e opposizione (Ulivo, Forza Italia, Rifondazione Comunista, Gruppo delle Autonomie, Verdi, Alleanza nazionale, Comunisti Italiani, Italia dei Valori).
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AZIONE ED EFFETTI DELLE BOMBE A GRAPPOLO
Le cluster bombs sono composte da un contenitore del peso di circa mezza tonnellata, che, sganciato da un aereo, si apre ad un'altezza prestabilita mediante una piccola carica e fa uscire, mentre cade, 200-250 piccole bombe contenute al suo interno, che scendono con un piccolo paracadute provvisto su ciascuna carica, per andare a fissarsi su veicoli militari in movimento, grazie a un sensore di cui sono dotate. Tuttavia, quando i sensori delle mine non trovano alcun bersaglio su cui posarsi, si disperdono sul terreno inesplose in una percentuale tra il 10 e il 30%, provocando non solo difficoltà di bonifica, data la vastità delle aree che ricoprono, ma anche la futura inagibilità dei terreni su ciui si posano (spesso coltivabili, gettando ancor più nella miseria interi villaggi).
Si pensi che l'area impegnata è un perimetro ovale di 1500-2000 metri per 500-700, e un bombardiere può trasportare fino a trenta contenitori e quindi colpire anche 7500 volte un territorio nello stesso momento. Ma il fatto più importante è dato dalla pericolosità per chi dovesse pestarle, date le piccole dimensioni, o addirittura toccarle con mano, come succede ai bambini che, attirati dalla forma a uccello delle cluster e dai colori sgargianti, le raccolgono per gioco o per rivenderne il metallo al mercato (non a caso in Afghanistan paese più colpito da questi ordigni, sono chiamati "pappagalli verdi", come raccontato nell'omonimo libro di Gino Strada), perchè provocano mutilazioni, o la morte istantanea.
Ma le cluster che disperdono piccole subminizioni, ovvero le CBU 89, sono solo un modello della collezione. Per avere un idea degli effetti letali sul corpo delle bombe a grappolo, si consideri che le CBU (cluster bomb unit) 26, utilizzate in Laos, contengono 670 munizioni della grandezza di una palla da tennis, ciascuna delle quali contiene 300 frammenti metallici. Se tutte le bombe esplodono, circa 200.000 frammenti d’acciaio sono sparsi su un’area della grandezza di qualcosa come 350 campi di calcio e la velocità d'urto dei frammenti produce onde pressorie all’interno del corpo che determinano danni ai tessuti molli e agli organi interni: un solo frammento che colpisce una persona può determinare rottura della milza o dell'intestino. E questi non sono effetti collaterali ma lo scopo per cui sono le CBU 26 sono progettate. La WDU-4, usata in Indocina, conteneva 6.000 freccette metalliche che venivano rilasciate poco sopra le teste delle vittime. Le CBU- 41 contengono submunizioni riempite con il napalm, e l’Honest John trasporta 368 bombette riempite con gas nervino sarin.
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IN EUROPA
La terribile eredità di questi ordigni, hanno spinto le Nazioni Unite a un appello per una moratoria immediata, con la revisione della Convention on conventional weapons, redatta da 100 stati. Nel frattempo il parlamento svizzero è impegnato nel sancirne il divieto, eliminando i 200mila esemplari di cluster bombs e in analoga direzione si stanno muovendo Belgio e Norvegia. La Campagna "Stop cluster munitions" chiede che questi ordigni siano equiparati alle mine antipersona e che siano messi al bando: secondo l'organizzazione non governativa "Handicap international", dal 1973 le cluster bombs avrebbero provocato più di 11mila vittime e 33 milioni sarebbero gli ordigni rimasti inesplosi sul terreno. Tuttavia sono 57, tra cui 11 in UE, i paesi che ancora le hanno, tra cui 32 (Tra cui Francia, Spagna e Inghilterra) che le producono: tra gli altri, l'Italia.
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DOVE SONO?
Moltissime sono le aree in cui sono diffuse, Laos, Vietnam, Cambogia, Sudan, Iraq, Kuwait, Yugoslavia, Kosovo, Etiopia, Cecenia ed Afghanistan (vedi la mappa interattiva). Ultimo arrivato il Libano: secondo fonti delle Nazioni Unite Israele ha lanciato oltre 4 milioni di bombe a grappolo nel sud del Libano in poco più di un mese di guerra e viceversa sono state lanciate in Israele, come afferma una denucia di Amnesty International.
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E IN ITALIA?
Secondo la Campagna italiana contro le mine "l’Italia non ha ancora ratificato il V protocollo della Convenzione sull’uso d’armi convenzionali (Ccw) che riguarda gli ordigni inesplosi e la bonifica dei siti contaminati.” Inoltre un'inchiesta di Rainews24 ha dimostrato che la Simmel Difesa , nonostante le dichiarazioni contrarie pubblicate sul sito, continua a esportare componenti di cluster. Grazie all'impegno di Campagna contro le mine e Rete Disarmo si è arrivati al Disegno di Legge per l’inclusione delle cluster bombs nel bando della produzione delle mine antipersona (legge 374/97).
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IL DIRITTO MINATO
Il protocollo del 2003 sui residui esplosivi delle guerre non basta più, secondo la Croce Rossa. L'uso Israeliano di bombe a grappolo, costituisce una violazione del diritto internazionale bellico, come affermato da Human Rights Watch. Le mine antiuomo sono state messe al bando da un trattato internazionale del 1997. Ma gli Stati Uniti e Israele sono tra i pochissimi Stati che hanno sempre rifiutato di sottoscriverlo. Le cluster sono infatti la versione moderna delle vecchie mine antipersona che, con il Trattato di Ottawa, del 1997 sono state messe al bando. Ma Nicoletta Dentico, della Campagna contro le mine, afferma che “Le leggi internazionali definiscono criteri chiari per ridurre al massimo i danni per le popolazioni inermi. Gli obiettivi permessi sono solo quelli militari, l’uso di armi indiscriminate è proibito. Dove sono finite le regole? Se il diritto è violato non vuol dire che è morto. [...] Dopo Ottawa, le cluster rilanciano il discorso sulle violazioni del diritto anche in condizioni di guerra. Spetta alla società civile di tutto il mondo far emergere la tragedia e imporre soluzioni”. Inoltre, secondo una testimonianza di un ex marines, le cluster bombs "Sono usate dappertutto. Se lei parlasse con un ufficiale dell’artiglieria dei marines, lui le darebbe la frase giusta, la risposta politicamente corretta. Ma per il soldato medio sono dappertutto. Se si entrava in una città, si sapeva che ci sarebbero state delle bombe a grappolo intermittenti. Le bombe a grappolo sono armi anti-uomo. Non sono precise. Non danneggiano gli edifici e i carri armati. Solo le persone e le cose viventi". Ma, a dispetto del fatto che le bombe a grappolo sono le armi più presenti negli arsenali degli Stati Uniti e della Nato, il 3 Dicembre 2001, al Parlamento Europeo, è passata una risoluzione che chiede l’immediata moratoria internazionale sul loro impiego.
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Info:
COSA POSSIAMO FARE

1 commento:

Anonimo ha detto...

Assolutamente d'accordo con lei. Ottima idea, condivido.
Condivido pienamente il suo punto di vista. Ottima idea, condivido.