sabato 17 febbraio 2007

LA PACE PAZZA

"Un sabato antiamericano di paura", "100.000 matti in piazza", "Il pacifismo terrorizza Vicenza": sono questi i titoli di alcuni quotidiani a commento della grande manifestazione a Vicenza contro l'ampliamento della base militare, che costituisce, come si è già visto, una postazione per la prossima offensiva in Afghanistan e in Iraq annunciata dal congresso americano, oltre che causare un costo ambientale notevole. Eppure non si riesce ancora a uscire dalla logica della contrapposizione partitica, a capire che la pace è un valore che va oltre le definizioni, destra, sinistra, global, no global, americano, antiamericano. Il paradosso è che le parole che accompagnano una manifestazione contro la guerra, in cui un umanità uccide sè stessa, sono proprio termini bellici: "paura", "matti", "terrore", come se ad essere una pazzia, che mette paura e terrorizza, fosse la speranza di un futuro in cui i problemi si risolvano in altro modo, e non la guerra. Ancora più paradossali le parole di un capo di governo che per logiche di coalizione e reputazione internazionale da l'assenso a una base che, anche se usata per scopi dichiarati "civili", "abitativi", è pur sempre una base militare. E ciò stupisce ancora di più se si pensa che la stessa persona, qualche giorno prima, sulla tomba del Mahatma Gandhi, aveva dichiarato "Troppo spesso non abbiamo seguito il suo insegnamento", e elogiato Madre Teresa come "un esempio per tutti, un esempio di ciò di cui il mondo ha bisogno".
Una bandiera appesa a un balcone rappresenta la nostra condizione: la finestra da cui guardiamo il mondo può portare comunque un messaggio forte, che "occhio per occhio e il mondo diventa cieco" (M. K. Gandhi) .

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