lunedì 4 dicembre 2006

L'ALTRA AMERICA: le nuove forme di "democrazia radicale" in America Latina

In queste ore si moltiplicano le notizie dall' America Latina: il venir meno, a causa delle loro gravi condizioni, di due simboli del passato, l'ex dittatore cileno Pinochet e il lider maximo di Cuba Castro, si affiancano a una nuova tendenza politica che sta sorgendo in questi anni. La rielezione odierna, a larga maggioranza, del venezuelano Hugo Chavez, consolida la tendenza politica socialista già vista con le vittorie di Rafael Correa in Ecuador, Luiz Inacio Lula da Silva in Brasile, Daniel Ortega in Nicaragua, e la presidentessa cilena Michelle Bachelet, oltre che nei governi di Cuba, Uruguay e Argentina. Tutte "nuove figure di democrazia radicale e modelli di gestione collettiva dei beni comuni", come afferma Antonio Negri in "GlobAL: Biopotere e lotte in America Latina".
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Correa, presidente dell'Ecuador, all'indomani della vittoria, ha affermato che verrà mantenuto il dollaro come moneta di stato ma che "oggi meno che mai firmerei un Trattato di libero commercio con gli Usa perché distruggerebbe la nostra agricoltura, la nostra economia". Le risorse per i previsti investimenti economici e sociali verranno da un diverso uso delle risorse energetiche - l'Ecuador è il 5° produttore di petrolio d'America latina - e da una possibile rinegoziazione del debito estero (pari a 10.000 milioni di dollari) con un possibile rientro dell'Ecuador nell'Opec. Correa inoltre ha affermato che non rinnoverà con gli Usa l’accordo sulla base militare di Manta e in generale postazioni militari straniere sulla propria terra.
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La cilena Bachelet si impegna per ridurre le differenze economiche tra ricchi e poveri e per far entrare le fasce deboli della popolazione nel processo di modernizzazione del Cile, infatti "si possono migliorare le condizioni di vita dei cileni senza per questo rallentare lo sviluppo del nostro sistema produttivo". La disuguaglianza tra uomo e donna si ridurrà, elevando la presenza femminile nel governo, con la creazione di maggiori posti di lavoro, specialmente per i giovani, e sulla riforma del welfare in senso solidaristico, con nuove misure a favore delle donne nel mondo del lavoro, l'aumento delle pensioni minime, cure ospedaliere gratuite per gli ultra sessantenni, 20 mila nuovi posti negli asili nido. E' prevista inoltre la creazione di un ministero dell'Ambiente e l'abolizione della leva obbligatoria.
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Per la prima volta nell’era moderna il Venezuela ha il 100% di alfabetizzazione. Grazie a Hugo Chavez (a sinistra nella foto con Evo Morales) il Venezuela è diventato il più grande produttore di petrolio che ne impiega le entrate per aiutare le classi più povere. Quando fu eletto per la prima volta, nel 1998, Chavez modificò la Costituzione per de-centralizzare il potere, eliminarne la corruzione e assegnarlo al popolo, da cui era escluso: “Gli indigeni – afferma la nuova costituzione – hanno il diritto di mantenere le proprie pratiche economiche, basate sulla reciprocità, sullo scambio e sulla solidarietà". E' stato inoltre avviato un programma per sconfiggere la povertà delle madri single. Secondo la costituzione, le donne hanno il diritto di essere pagate per il proprio lavoro e possono ottenere prestiti da una banca speciale. Da giugno, le casalinghe senza reddito possono ricevere uno stipendio di circa 120 dollari. Una legge del 2001 abolisce inoltre il latifondo redistribuendo le terre a quel 60% di popolazione che ne godeva solo dell'1%. Fresco di nomina, Chavez ha in programma cure mediche per tutti, case al posto delle baracche, ragazzi all'università con stipendio minimo, nuove città che vuotino le favelas.
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Dopo la nazionalizzazione di gas e petrolio, ai fini di mettere fine al "saccheggio delle risorse naturali, che dura da 500 anni" anche il bolivano Evo Morales ha avviato la ridistribuzione delle terre ai contadini, abolendo il latifondo. Saranno circa 2.5 milioni le persone che beneficeranno di questa nuova legge con 14 milioni di ettari di territorio da restituire alla popolazioni indigene.
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In un documento statunitense, la "Doctrine for asymmetric war against Venezuela" dell'Ottobre del 2005, il Venezuela di Chavez è visto come "la peggior minaccia da Unione Sovietica e comunismo", come testimoniano i passati tentativi di golpe appoggiati dagli Stati Uniti. Una minaccia non certo militare, ma perchè questi esempi costituiscono modelli alternativi, e di successo, a quello statunitense.
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Info:

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English Version (Abstract)

The socialist governments who rise in South America, for example that one of Correa in Ecuador, Bachelet in Chile, Morales in Bolivia and Chavez in Venezuela, propose a new political, alternative model to that one of the USA, with more rights and richness for the poor ones.

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