In queste ore il mercato e il Governo elogiano e approvano il successo di Finmeccanica, che è riuscita a vincere la concorrenza statunitense nella fornitura all'esercito e all'aeronautica militare americana di velivoli per i prossimi 1o anni. Un successo, dopo una fornitura analoga nel 2005, dovuta alla scelta di puntare su un mercato con "il budget per la difesa più alto al mondo" come afferma l'amministratore delegato di Finmeccanica. Nelle stesse ore, le agenzie di stampa registrano la protesta del generale della base militare di Vicenza, in seguito alle ultime contestazioni del movimento No dal Molin.
Le reazioni positive del mercato e del governo e quella negativa dei comandi statunitensi e del Presidente Prodi (che domani non si recherà alla conferenza internazionale di Padova per evitare la contestazione del movimento) nei confronti dell'opposizione a un'economia di guerra ricordano proprio il presunto vantaggio del Dal Molin di fornire "20000 posti di lavoro". Il circolo vizioso tra spese belliche e rilancio dell'economia e dell'occupazione (basti pensare all'aumento del PIL nello periodo di guerra) trova conferma anche in Italia, che non si sottrae al modello economico di crescita del PIL, nei dati secondo cui l'Italia, con le crescenti spese belliche (si pensi alla finanziaria 2006), e con una crescita nell'export bellico che fa salire il nostro Paese al settimo posto mondiale nell'export di armi, retrocedendo all'ottavo posto per spese militari complessive. Lo rende noto il Rapporto SIPRI 2007 sulla pace e gli armamenti. A fronte di questa situazione è necessario sì un Trattato internazionale sul commercio di armi, ma anche spezzare il legame che intercorre tra rilancio dell'economia, occupazione e armamenti, in modo che le spese belliche non costituiscano più un alibi per l'incremento del benessere di stati che costituiscono una minoranza numerica mondiale, a discapito di paesi colpiti dalla guerra. Perchè se un sistema economico epr sopravvivere o crescere necessita di ricorrere alla distruzione forse il modello di incremento del PIL come fautore del benessere di stati e popoli è da ripensare nelle sue fondamenta.
4 commenti:
L'uomo si ritiene da sempre l'animale più sviluppato per la sua capacità razionale.Ma non si è ancora accorto che è la stessa che lo porta in guerra contro altri uomini da quando l'essere umano si è insediato sulla terra.
ciao!
Mi congratulo con Finmeccanica per il livello di eccellenza raggiunta nel campo dei velivoli da trasporto tattico.
@ anonimo: se poi l'eccellenza fosse investita in campo civile sarebbe ancor meglio.
@ altra faccia della medaglia: non penso sia questione di razionalità ma di istinti di natura..nutrizione, rivalsa sociale..poi la razionalità è purtroppo usata anche per fini istintivi come nella guerra.
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