giovedì 4 gennaio 2007

L'ACQUA, IL PETROLIO DEL FUTURO

"Sull’acqua ci giochiamo tutto. Il problema non è più il petrolio. Al massimo entro 30 anni sarà finito e dovremo trovare altre fonti di energia". Sono queste le parole rilasciate in un intervista da Alex Zanotelli che evidenziano il crescente ruolo strategico dell'acqua. Infatti, nonostante la percezione comune di un bene illimitato, solo il 3% dell’acqua esistente al mondo è potabile, e di questo il 2,7% viene utilizzato dallla grande agricoltura industriale: 1 miliardo e 400 milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile e tra 20 anni saranno 3 miliardi, anche se le risorse idriche globali basterebbero a fornire acqua potabile all'intera popolazione mondiale. Un discorso analogo vale per i servizi igienico-sanitari di base, negati a 2,6 miliardi di persone nei paesi in via di sviluppo, dall'Africa sub-sahariana a Cina e l'India per finire al popolo palestinese. "Più sei povero, più ti costa l'acqua", come recita il rapporto del United Nations Development Programme, che sottolinea il circolo vizioso per cui la povertà comporta mancanza d'acqua che impedisce l'uscita dalla povertà. Nel mondo si muore sei volte più per la mancanza di acqua potabile che per conflitti armati, basti pensare che 2 milioni di bambini ogni anno muoiono per patologie legate a carenze idriche. E la mancanza d'acqua nuoce anche all'ambiente, come avviene in Messico.
Sulle risorse idriche mondiali si stanno infatti indirizzando gli interessi delle grandi multinazionali dell'acqua (Suez, Vivendi, RWE-Thames Water, Danone, Nestlè...) che fanno pressione sulla Commissione europea, sul Parlamento europeo e sul WTO, l’Organizzazione Mondiale per il Commercio, affinché l’acqua venga inclusa tra i servizi, ovvero diventi merce, sia liberalizzata. Ma sta avvenendo lo stesso anche in Italia, dove lo scorso 28 dicembre Catricalà, presidente dell’Autorità garante per la concorrenza e il Mercato (Antitrust), con una segnalazione inviata al Governo, chiede la liberalizzazione dell'acqua.
Zanotelli insiste che "È un intero sistema che va rivisto", per garantire a tutti soglie minime di accesso alle risorse idriche, pari a 50 litri gratuiti di acqua al giorno a testa, secondo il fabbisogno stabilito dalle organizzazioni mondiali. E' inoltre necessario un intervento della politica per l’ottimizzazione dei consumi.
Si è già visto come molti conflitti si giochino proprio sulle risorse naturali: la conservazione e la buona gestione delle risorse, l'accesso e scambio equo, sono i «colpi preventivi per salvaguardare la pace» nelle parole di Maathai Wangari.
Intanto ci sono il programma "Acqua per la vita"di Solidaria onlus per garantire ai paesi in via di sviluppo risorse idriche e la Campagna nazionale di raccolta firme "Acqua Pubblica", da sabato 13 gennaio in tutta Italia, perchè l'acqua sia e resti un bene pubblico, garantibile a tutti.
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Info e fonti:

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English abstract

Only 3% of the world-wide water are drinkable and in the world it more dies for water lack six times than for the wars. The water is a public good, that the multinationals of water want to privatize.

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